mercoledì 5 novembre 2008

WE HAVE DREAM

Abbiamo fatto la storia. Obama ha sintetizzato in questa frase il profondo significato della sua straordinaria e plebiscitaria elezione che al di là delle implicazioni politiche, chiude idealmente il ciclo evolutivo - e positivo - dello scorso millennio.

Non è solo il successo di una persona ma il trionfo del Sogno, di un 'Idea, di una Visione sulle guerre, i morti, il catastrofismo, la violenza che sembrano essere la dominante delle nostre giornate. E' un'iniezione di fiducia nella crescita della nostra civiltà nel senso filosofico del termine. E' il segno che davvero "insieme possiamo".

Certo, non è stato semplice né indolore, né lo sarà da domani in poi. Ma stiamo vivendo un periodo meravigliosamente fecondo nel quale l'unica differenza che davvero conta è tra chi crede nel cambiamento e chi non ci crede, tra chi lavora per renderlo sempre più evidente e concreto e chi resiste e si ribella ad esso, a volte anche con la violenza.

Scegliamo di spostare l'ago della nostra bussola interna sulla forza del Sogno, su un mondo migliore fatto di persone, relazioni, etica e valori piuttosto che su degrado, violenza e negatività ed entriamo finalmente in questo nuovo millennio.




domenica 2 novembre 2008

INDIA

Il bagliore del sole riflesso da una cupola dorata, il verde cupo di alberi strettamente allacciati, pulsanti di vita ma inaccessibili e severi, acque calme e torbide di un grande fiume che divide la terra, lambisce città, sfiora persone e templi, senza mai lasciarsi contaminare dalle emozioni, le sofferenze o le follie degli uomini. Le immagini si susseguono come in un film, accompagnate dal profumo intenso del legno trattato con la cera e lucidato a mano, impregnato del fumo degli incensi in un vagone tappezzato di vecchie moquette e tappeti ed arricchito da fregi e velluti.

E’ il viaggio del sogno, un salto indietro nel tempo di un’India coloniale attraversata da un treno che sa di mito, dove puoi perderti nella profondità di occhi tanto scuri da sembrare infiniti. Occhi che ti confondono, ti inquietano, ti fanno dimenticare chi sei o, forse, te lo ricordano, cancellando per un attimo l’insormontabile muro che hai eretto tra te e il tuo cuore.

E’ la terra del Viaggio l’India, di un viaggio che oltre a mostrarti albe e tramonti, palazzi e templi, gente e miseria, ti mostra la ricchezza e la povertà della tua anima, la fallacità dei sogni e l’illusorietà delle certezze. Ma anche la bellezza della Vita, la forza dello spirito, il potere dell’amore e della preghiera. E proprio per questo è un viaggio affascinante ma duro, non adatto a chi, per professione, fa il turista nel mondo come nella vita, a chi riempie il silenzio con esclamazioni ed aggettivi, a chi preferisce raccontare un’esperienza piuttosto che viverla.

Socchiudi gli occhi e lasciati cullare dal rollìo del treno. L’immagine sfocata ondeggia tra le fiammelle delle candele che illuminano dolcemente il vagone mentre il finestrino sembra uno squarcio nel velo che copre la misteriosa India. Cosa sai davvero di te? Di cosa potresti dirti certo? Alte e sottili guglie di un tempio sacro svettano nel cielo, linee sicure tracciate su un fondo blu cobalto che ti riporta alla realtà. Ma sei poi così certo che la tua realtà non sia in verità un lungo sogno del quale sei protagonista ma, ahimé, non sceneggiatore?

L’ombra sinuosa di una donna si riflette nel vetro e ti fa pensare all’amore. Sì, di quello sei certo. Forse. Se non ti chiedi cosa significhi davvero amare, se chiudi gli occhi davanti al ricordo dei tuoi rapporti amorosi, affettivi, sociali. Se ti ostini a giocare con le parole, se scegli di recitarlo seguendo un copione.

Il suono di un mantra ripetuto dolcemente a mezza voce ti distrae dai tuoi pensieri. Anche questo è India, la fede profonda in una spiritualità che va oltre il quotidiano, che cerca di sperimentare il divino attraverso tutti i sensi, incluso il sesso. Tu invece, cosa sperimenti? Come puoi trovare l’essenza del divino nei rapporti veloci consumati nell’indifferenza del cuore?

Il nero della notte sembra avvolgere te ed il vagone. Si fa più difficile il cammino e per un attimo l’istinto di fuga prende il sopravvento. Si fa strada la tentazione di scendere. Ti guardi intorno ansioso, smarrito, in cerca di punti di riferimento. Ma le città sono lontane così come le tue certezze. Il viaggio non si può interrompere, il treno non può fermare la sua corsa. E per una volta, sei costretto ad andare avanti, a superare le tue resistenze e pur non sapendo cosa ti aspetti, continuerai il tuo cammino di esplorazione, di conoscenza, di integrazione. Per una volta, almeno fino alla fine del binario.

Perché l’India è anche questo, è un viaggio dell’Anima.